Psicologia LGBTQIA+

Psicologia LGBTQ+

"Un numero crescente di ricerche indica il pregiudizio e la discriminazione come fattori rilevanti e misurabili di stress. In particolare, mostra come lo sviluppo psicologico di molte persone omosessuali sia segnato da una dimensione di stress continuativo, conseguenza di ambienti ostili o indifferenti, episodi di stigmatizzazione, casi di violenza " (Lingiardi, 2014).

Il disagio psicologico di cui sono vittime molte persone omosessuali/bisessuali/transgender è conosciuto come minority stress e racchiude in sé tre diverse dimensioni di pregiudizio: esperienze di discriminazione e violenza vissute direttamente dalla persona (ad esempio episodi di bullismo, prevaricazione o minaccia); stigma percepito, cioè il timore di essere visti come diversi e quindi il maggior livello di vigilanza nei confronti dell’ambiente che ne deriva; omofobia interiorizzata, ovvero l’insieme di sentimenti e atteggiamenti negativi che una persona può provare nei confronti del proprio orientamento sessuale, anche inconsapevolmente. Quest’ultima dimensione non è altro che un prodotto sociale e culturale estremamente dannoso, trasmesso talvolta involontariamente dall’ambiente con diverse modalità e che si nutre di credenze errate, ma ancora resistenti, relative all’identità di genere e all’orientamento sessuale.

A causa di questi fattori le persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+ vanno incontro ad un rischio di disagio psicologico maggiore  proprio perchè più frequentemente oggetto di stigma, pregiudizio e di discriminazione, i quali non solo rappresentano una fonte di stress ed un limite alla realizzazione personale, ma limitano anche le possibilità dell'individuo di rivolgersi ad un professionista. La paura di non essere accolti e compresi, infatti, porta molto spesso a rinunciare all'accesso ad un servizio psicologico.

Diverse ricerche condotte negli ultimi anni dai vari Ordini degli psicologi regionali hanno, in effetti, fotografato una preoccupante verità: solo il 15% dei professionisti psicologi si sente adeguatamente formato ad affrontare con i propri pazienti tematiche LGBTQIA+. Questo conferma come le persone LGBTQIA+ incontrino effettivamente maggiori difficoltà nel momento in cui riconoscono il bisogno di rivolgersi ad un professionista.

Nella maggior parte dei casi, i consulti non riguardano nello specifico tematiche LGBTQIA+, ma le più comuni difficoltà a cui tutti noi andiamo incontro.
Tuttavia, ci sono situazioni nelle quali è necessario affrontare in maniera specifica tematiche relative al mondo LGBTQIA+, ad esempio per:

- riconoscere e affermare il proprio orientamento sessuale distinguendolo dall'identità di genere;
- comprendere e gestire il processo di coming out;
- esplorare la propria identità di genere alla luce del proprio genere biologico e  delle aspettative sociali relative al ruolo di genere;
- affrontare ed elaborare esperienze di discriminazione e violenza traumatiche;
-consulenze rivolte alle coppie omosessuali e omogenitoriali.

Incongruenza di genere e percorsi affermativi.


Disforia di genere Brescia

Un discorso a parte meritano la Disforia di Genere e la Non-Conformità di Genere, costrutti diversi sui quali c'è ancora molta confusione:

Per Non-Conformità di Genere si intende il livello fino al quale l'identità di genere di un individuo (o il ruolo di genere o l'espressione di genere) si differenzia dalle norme culturali comuni per una persona di un determinato sesso (Institute of Medicine, 2011). Il genere rappresenta un costrutto culturale e come tale è influenzato dall'epoca di appartenenza. Non adeguarsi alle aspettative di genere tipiche di un determinato periodo storico non si traduce in un'incongruenza di genere o nella presenza di disforia di genere (disagio psicologico clinicamente significativo), ma rappresenta semplicemente una variabile individuale che ciascuna persona dovrebbe sentirsi libera di esprimere al di là di stereotipi e pregiudizi.

Per Disforia di Genere, così come descritta nel DSM V (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) s' intende invece il malessere o lo stress provocato in una persona dal sentire la propria identità di genere diversa dal sesso assegnatogli alla nascita (ed il ruolo associato a quel sesso e/o a quelle caratteristiche sessuali primarie o secondarie). L'aspetto patologico NON coincide con l'identità di genere dell'individuo diversa da quella che gli è stata attribuita alla nascita, ma dalla sofferenza profonda che tale incongruenza lo porta a sperimentare. Tale sofferenza può trarre enormi benefici dall'inizio di un percorso di transizione medicalizzato.

Nell'ottica di un continuo e necessario processo di de-patologizzazione delle identità transgender e non binarie, attualmente si preferisce parlare si preferisce parlare di "Incongruenza di Genere", definita nell'ICD-11 (classificazione internazionale delle malattie) come un'incongruenza marcata e persistente tra il genere sentito da un individuo e il genere assegnato alla nascita. Tale incongruenza non genera per forza un disagio psichico clinicamente significativo.


E' importante notare come queste definizioni abbiano l'obiettivo di classificare un disturbo, cioè un insieme di sintomi, non la persona che ne soffre. Il disturbo non sta nei vissuti della persona relativi alla propria identità di genere, ma nel disagio che tali vissuti comportano nella quotidianità dell'individuo. Non si cerca di cambiare la persona, ma di alleviarne il disagio.

Individuare e diagnosticare la Disforia di Genere e l' Incongruenza di Genere, differenziandole dal Genere Non-Conforme è un passaggio necessario per valutare l'inizio di un percorso di affermazione di genere, sia esso solo sociale (transizione sociale) oppure medicalizzato.
Con gli sviluppi del campo, gli specialisti hanno scoperto che, mentre molti individui necessitano sia di terapie ormonali e chirurgiche per alleviare la propria disforia di genere, altri necessitano solo di uno di questi trattamenti, ed alcuni di nessuno (Bockting & Goldberg, 2006; Bockting, 2008; Lev, 2004).

Secondo lo Standards of Care per la salute di Persone Transessuali, Transgender e di Genere Non-Conforme (VIII versione), redatto da The World Professional Association for Transgender Health, associazione mondiale che si occupa di garantire i più alti standard di cura possibili alle persone transessuali/transgender e di Genere Non-Conforme, la psicoterapia è parte integrante del percorso e ne segue l'evoluzione, accompagnando l'individuo in ogni fase.


"Gli specialisti possono assistere gli individui afflitti da disforia di genere confermando la loro identità di genere, esplorando le diverse possibilità per esprimere tale identità e prendendo decisioni sulle varie opzioni di terapie mediche per alleviarne la disforia".

 

Il sostegno psicologico è fondamentale per: affrontare il processo di coming out e lo stigma sociale che ancora accompagna le persone transgender, valutare le diverse terapie farmacologiche e/o interventi chirurgici, sintonizzarsi con il proprio corpo che cambia e  imparare a valorizzarlo, facilitare l'inserimento sociale e lavorativo. L'obiettivo generale della psicoterapia è, come in ogni psicoterapia, massimizzare il benessere psicologico della persona, migliorarne qualità di vita e potenziare la capacità di autorealizzazione.

Per approfondire gli obiettivi della psicoterapia in caso di Disforia di genere puoi leggere il seguente articolo:
 https://www.tandempsicologia.it/2020/09/14/disforia-di-genere-e-psicoterapia-quali-obiettivi/

Se, invece, sei in cerca di qualcuno con cui condividere la tua esperienza, confrontarti e ricevere indicazioni utili, visita la pagina del Gruppo T - La Fenice, attivo presso Associazione Arcigay Orlando:
https://arcigaybrescia.it/2020/07/05/nasce-il-gruppo-t/

Supporto alla genitorialità

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Nel parlare di Disforia di Genere e di Non conformità di Genere non possiamo dimenticarci i genitori di bambini e ragazzi che ne soffrono. Nella maggior parte dei casi, i genitori non possiedono gli strumenti per comprendere e supportare il figlio o la figlia in questo complesso percorso ed è facile che reagiscano con incredulità, ostilità, rabbia o che non riescano a trovare risposte alle mille domande che li assalgono. Per questo e molti altri motivi, è fondamentale richiedere l'aiuto di un professionista adeguatamente formato in tali tematiche e che possa trasmette informazioni e conoscenze corrette e supportate da dati scientifici e non da false credenze.

Guardate il video qua sopra, frutto del lavoro di una mamma che ha affrontato la Disforia di Genere della figlia, nata biologicamente maschio.

Psicoterapia di coppia per coppie LGBTQIA+ e percorsi rivolti alla genitorialità


Terapia di coppia LGBTQ

Ogni coppia attraversa dei momenti di crisi, dai quali può uscire rafforzata o, al contrario, distrutta.
Lavorare con le coppie significa lavorare con più figure, i partners e la coppia stessa, che è molto di più della somma delle singole parti, è una terza realtà!

Le coppie LGBTQIA+ non differiscono molto dalle coppie eterosessuali: il bisogno di vicinanza affettiva, di calore, di condivisione e di protezione sono gli stessi di qualsiasi altra coppia. Tuttavia, le coppie LGBTQIA+ possono trovarsi a fronteggiare situazioni specifiche, particolari fasi di vita della coppia, che unite alle difficoltà che le persone omosessuali si trovano a fronteggiare nella vita quotidiana, possono rappresentare vere e proprie sfide e portare a tristezza, ansia e depressione. Pensiamo, ad esempio, alla scelta di sposarsi e/o costruire una famiglia: se per una coppia eterosessuale rappresenta un momento di serenità e di espressione del reciproco amore, per una coppia LGBTQIA+ può voler dire andare incontro a pregiudizi e limitazioni.
 Si può dire che le coppie LGBTQIA+ vanno incontro alle stesse crisi delle coppie eterosessuali, ma rese più complesse da superare a causa di difficoltà specifiche.

La terapia può essere utile a superare questi momenti di crisi rafforzando l'unità della coppia, dando voce ai vissuti emotivi di entrambi i partners, lasciando emergere i bisogni dei singoli, stimolando un dialogo costruttivo e lasciando emergere il conflitto.

Inoltre, diverse coppie hanno progetti genitoriali o sono già genitori di uno o più figli, andando incontro alle difficoltà che riguardano qualsiasi coppia genitoriale, ma con una maggiore difficoltà a cercare aiuto e supporto a causa dello stigma che le colpisce. Il percorso di coppia può quindi essere rivolto anche al sostegno alla genitorialità e alle fasi di ricerca della genitorialità stessa.



Ogni giorno si fa un piccolo passo in avanti per garantire a tutte le persone gli stessi diritti e lo stesso amore.
Guarda il cortometraggio qua sotto.

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Un piccolo video per una grande rivoluzione:  "In a Heartbeat", cortometraggio di Beth David ed Esteban Bravo,  racconta la storia d'amore gay tra due adolescenti, portando così finalmente la tematica LGBT nel mondo dei cartoni animati. Un cortometraggio che è poesia, dove vediamo nascere il sentimento tra il timidissimo Sherwin e il ragazzo dei suoi sogni Jonathan, senza bisogno di alcun dialogo, ma con la metafora di un cuore che unisce i due ragazzi contro ogni pregiudizio.